Il termine Kharja (spesso scritto anche "kharjah" o "jarcha") si riferisce alla strofa finale di un muwashshah, una forma poetica araba andalusa (originaria dell'Al-Andalus, la Spagna islamica). I muwashshah erano composizioni poetiche multiformi, caratterizzate da una struttura complessa e dall'uso di diverse lingue, tra cui l'arabo classico, l'ebraico e una varietà romanzo, denominata mozarabico.
Le kharja si distinguono in particolare perché sono scritte in questa lingua mozarabica, un dialetto romanzo parlato dai cristiani che vivevano sotto il dominio musulmano nella penisola iberica. Questo le rende una delle prime forme di letteratura in una lingua romanza. La kharja fungeva da chiusura e da culmine emotivo dell'intero muwashshah, esprimendo spesso sentimenti di amore, desiderio o lamento attraverso la voce di una donna.
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