Alcesti è una tragedia scritta dal drammaturgo greco antico Euripide intorno al 438 a.C. È una delle sue opere più famose e conosciute.
La trama di Alcesti ruota attorno alla figura dell'omonima protagonista, Alcesti, la moglie del re Admeto. Il re, gravemente malato, riceve un oracolo che afferma che morirà a meno che qualcun altro non accetti di morire al suo posto. Solo Alcesti è disposta a sacrificarsi per il bene del marito e muore.
La tragedia si concentra sulle conseguenze dell'atto di sacrificio di Alcesti e sulla reazione degli altri personaggi. Admeto si sente in colpa per la morte della moglie e si sprofonda nella tristezza. L'amico di Admeto, Ercole, arriva al palazzo e scopre la morte di Alcesti, e mediante la sua forza e il suo coraggio riesce a convincere il dio degli inferi, Ade, a restituire Alcesti alla vita.
Alcesti, tuttavia, ritorna dal mondo dei morti provata dalla sua esperienza. Mentre era morta, era stata accolta negativamente dagli dei, poiché non era riuscita a intercedere per sé stessa, ma era stata salvata solo dall'intervento di Ercole. Questa esperienza l'ha lasciata segnata emotivamente e si rifiuta di parlare con il marito e con gli altri personaggi, fino a quando Ercole non la convince a rompere il suo silenzio per alleviare i sensi di colpa di Admeto.
Alcesti affronta temi come l'amore, il sacrificio, la morte e la rinascita. La figura di Alcesti è spesso vista come un simbolo dell'amore incondizionato e del sacrificio totale. La tragedia si conclude con la riunione di Alcesti e Admeto, ma si pone anche l'interrogativo morale se il sacrificio di una persona possa davvero giustificare la vita di un'altra.
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