Miseria e Nobiltà è una commedia in tre atti scritta da Eduardo Scarpetta nel 1887. È una delle sue opere più famose e ha avuto numerosi adattamenti cinematografici e teatrali.
La trama ruota attorno alle vicende di una famiglia povera napoletana, in particolare di Felice Sciosciammocca (il protagonista), Pasquale, e Concetta. Questi vengono assoldati dal marchese Eugenio Favetti per fingersi la sua famiglia e convincere il padre di una ballerina, Gemma, ad acconsentire al matrimonio tra i due. Il padre di Gemma, infatti, aspira a un matrimonio di convenienza per la figlia e il marchese spera di ottenere il suo consenso tramite questo stratagemma.
L'opera è un esempio brillante di commedia%20dell'arte con situazioni comiche, equivoci e dialoghi vivaci. La fame e la miseria dei protagonisti sono contrapposte alla nobiltà e alla ricchezza del marchese, creando un forte contrasto che alimenta le situazioni umoristiche.
Un elemento ricorrente è l'ossessione per il cibo, espressione della profonda indigenza dei personaggi. Le scene che coinvolgono il cibo sono tra le più esilaranti e memorabili.
L'opera affronta, in modo leggero ma incisivo, temi come:
Il personaggio di Felice Sciosciammocca, interpretato da Scarpetta stesso e poi da Totò nell'adattamento cinematografico più famoso, è diventato un'icona della comicità napoletana. La sua parlantina, la sua furbizia e la sua capacità di cavarsi d'impaccio in ogni situazione lo rendono un personaggio indimenticabile.
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