Spatuzza, il cui nome completo è Gaspare Spatuzza, è un ex membro della mafia siciliana, più precisamente della famiglia di Cosa Nostra di Brancaccio, a Palermo. È diventato noto al grande pubblico in seguito alle sue dichiarazioni rese alla giustizia italiana nel 2008.
Spatuzza è stato coinvolto in numerose attività criminali, inclusi omicidi, traffico di droga e estorsioni, agendo su ordine della mafia. Nel 1993, è stato coinvolto nell'attentato di via D'Amelio, che ha causato la morte del giudice antimafia Paolo Borsellino e di cinque agenti di scorta.
Le sue dichiarazioni rese in tribunale nel 2008 sono state cruciali per l'inchiesta sulla trattativa Stato-Mafia, un presunto accordo tra alcuni esponenti dello Stato italiano e la mafia per porre fine agli attentati negli anni '90. Spatuzza ha affermato di aver ricevuto ordini per i suoi crimini da alcuni funzionari dello Stato, tra cui Marcello Dell'Utri, ex senatore e stretto collaboratore di Silvio Berlusconi.
Le sue testimonianze sono state considerate credibili e hanno portato ad importanti sviluppi nell'inchiesta sulla trattativa Stato-Mafia. Nel 2012, Spatuzza è stato condannato a 26 anni di carcere per molteplici omicidi, trafficodi droga e estorsioni. Tuttavia, dopo il suo ruolo come collaboratore di giustizia, la sua pena è stata ridotta a 12 anni.
Dopo aver scontato parte della sua pena, è stato rilasciato nel 2019 per buona condotta. Da allora, vive sotto protezione in una località segreta, in quanto la sua testimonianza ha reso lui e i suoi familiari potenziali bersagli per la mafia. Spatuzza ha continuato a collaborare con le autorità italiane nella lotta alla mafia e ha pubblicamente denunciato gli accordi tra politica e criminalità organizzata.
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