I squadristi erano membri di gruppi paramilitari fascisti attivi in Italia durante gli anni '20 e '30 del Novecento. Essi erano affiliati al Partito Nazionale Fascista (PNF) di Benito Mussolini e furono responsabili di numerosi episodi di violenza politica durante il periodo dell'ascesa al potere del fascismo in Italia.
I squadristi, noti anche come "camicie nere" per la loro divisa caratteristica, erano composti principalmente da giovani, desiderosi di agire in difesa del fascismo e del regime mussoliniano. Gli squadristi effettuavano volantinaggi, arrogandosi il diritto di apporre la propria propaganda ovunque, e organizzavano manifestazioni di piazza e parate, dimostrando in tal modo il potere del movimento fascista.
Tuttavia, i squadristi sono maggiormente noti per i loro atti di violenza fisica e intimidazione contro oppositori politici, socialisti, comunisti, liberali, sindacalisti, intellettuali antifascisti e membri di minoranze etniche. Svolsero un ruolo fondamentale nel terrorizzare e reprimere i movimenti politici avversi al fascismo italiano.
I gruppi squadristi, inizialmente composti in gran parte da volontari, ricevettero presto il pieno sostegno e l'appoggio del governo fascista, che incitava e finanziava spesso i loro atti violenti. Alcuni squadristi divennero famosi per le loro azioni violente, come l'assassinio dell'onorevole socialista Giacomo Matteotti nel 1924, un evento che scosse l'opinione pubblica e portò a una breve crisi del regime.
Dopo l'ascesa al potere di Mussolini nel 1922, i squadristi vennero ufficialmente incorporati per formare la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (MVSN), comunemente conosciuta come Milizia Fascista. La MVSN continuò ad agire come braccio armato del Partito Nazionale Fascista, partecipando inoltre alla conquista dell'Etiopia nel 1935 e combattendo nella Guerra Civile Spagnola.
Con l'entrata in vigore delle leggi razziali fasciste nel 1938, i squadristi parteciparono attivamente alla persecuzione degli ebrei italiani, saccheggiando le loro proprietà e perpetrando violenze fisiche contro di loro.
La sconfitta dell'Italia fascista nella Seconda Guerra Mondiale portò alla dissoluzione ufficiale della MVSN nel 1943.
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