Cos'è radiolari?
I radiolari sono protozoi marini appartenenti al phylum Radiozoa. Sono caratterizzati da complessi scheletri interni in silice, spesso ornati e geometricamente regolari.
- Morfologia: Il loro corpo è suddiviso in una parte interna (endoplasma) e una parte esterna (ectoplasma), separate da una capsula centrale. Lo scheletro, detto anche test, si trova solitamente all'interno dell'ectoplasma. La forma e la struttura dello scheletro variano enormemente tra le diverse specie, e sono alla base della loro classificazione. Alcuni radiolari presentano aculei radiali sporgenti dallo scheletro.
- Habitat: Sono planctonici e si trovano in tutti gli oceani del mondo, dalle acque superficiali fino a grandi profondità. La loro abbondanza varia a seconda della regione e della stagione.
- Alimentazione: Sono predatori e si nutrono di batteri, alghe, altri protozoi e piccole particelle organiche. Catturano le prede grazie ai pseudopodi, estensioni citoplasmatiche che si proiettano all'esterno del corpo.
- Riproduzione: La riproduzione avviene principalmente per via asessuata tramite scissione binaria. La riproduzione sessuata è meno frequente e meno conosciuta.
- Importanza Ecologica: I radiolari sono un componente importante del plancton marino e contribuiscono significativamente al ciclo del silicio negli oceani. Dopo la morte, i loro scheletri in silice affondano e si accumulano sul fondo oceanico, formando depositi sedimentari noti come fanghi a radiolari. Questi fanghi sono importanti per lo studio della paleoclimatologia e della paleoceanografia, poiché la composizione e la distribuzione dei radiolari nei sedimenti riflettono le condizioni ambientali del passato.
- Classificazione: I radiolari sono tradizionalmente suddivisi in diverse classi, basate sulla morfologia dello scheletro. Le due classi principali sono Polycystinea (scheletri formati da elementi silicei separati) e Phaeodarea (scheletri formati da elementi silicei cavi). Studi filogenetici recenti hanno messo in discussione questa classificazione tradizionale, suggerendo una revisione basata su dati molecolari.
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