I menscevichi erano una fazione politica marxista rivoluzionaria russa nata nel 1903 durante il Congresso del Partito Operaio Socialdemocratico Russo. Il nome "menscevichi" deriva dal russo "mensceviki", che significa "minoritari", perché inizialmente questa fazione costituiva una minoranza all'interno del partito.
I menscevichi, guidati da personalità come Iulij Osipovič Martov e Georgij Valentinovič Plechanov, aderivano all'ortodossia marxista e credevano che la Russia dovesse attraversare una fase capitalista prima di poter sviluppare una vera e propria rivoluzione socialista. Sottolineavano anche l'importanza di una coalizione di tutte le forze democratiche per portare avanti le riforme politiche e sociali.
Durante la Rivoluzione Russa del 1917, i menscevichi si opposero al governo provvisorio e alla presa del potere da parte dei bolscevichi guidati da Vladimir Lenin. Tuttavia, non riuscirono a ottenere il sostegno popolare sufficiente per mantenere il controllo e furono soppiantati dai bolscevichi già nel 1917.
Dopo la presa del potere dei bolscevichi, i menscevichi vennero repressi e molti dei loro leader furono esiliati o uccisi. Conseguentemente, la fazione politica dei menscevichi, come organizzazione attiva, cessò di esistere. Tuttavia, alcuni ex membri dei menscevichi si unirono ad altre formazioni politiche in esilio.
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