La Noce di Benevento è un albero di noce ( Juglans regia ) situato, secondo la leggenda, nei pressi di Benevento e associato a riti pagani e successivamente a pratiche stregonesche.
La sua storia è strettamente legata alla conversione al cristianesimo della popolazione longobarda locale e alla lotta contro le credenze pagane. Secondo la tradizione, l'albero era il luogo dove i Longobardi praticavano riti sacrificali agli dei, appendendovi la pelle di una capra e danzando attorno ad esso.
La conversione al cristianesimo della popolazione longobarda e la soppressione di queste pratiche è attribuita a San Barbato, vescovo di Benevento nel VII secolo. La leggenda narra che San Barbato, dopo aver predicato e convinto il popolo ad abbandonare gli antichi dei, sradicò l'albero e al suo posto fece erigere la chiesa di Santa Maria in Voto (oggi Duomo di Benevento).
La noce, benché sradicata, rimase simbolo di riti magici e di incontri tra streghe, alimentando la credenza popolare e diventando un elemento centrale del folklore beneventano. Il termine "strega" o "strega di Benevento" è infatti storicamente associato a questa leggenda.
Il legame tra la noce e le pratiche stregonesche è stato ripreso e ampliato nel corso dei secoli, contribuendo a creare un'immagine di Benevento come città legata alla magia e all'occulto. L'immaginario popolare vede la noce come luogo di ritrovo per le streghe, dove compiono riti e stipulano patti con il diavolo. Questa associazione ha reso la noce di Benevento un simbolo iconico nel folclore e nella cultura popolare italiana, spesso citato in letteratura, cinema e arte.
Alcuni aspetti importanti legati alla Noce di Benevento:
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