Giuseppe Valpreda è stato un ballerino, anarchico e scrittore italiano, noto soprattutto per essere stato ingiustamente accusato e processato per la strage di piazza Fontana, avvenuta il 12 dicembre 1969 a Milano.
Valpreda, a seguito della testimonianza del tassista Cornelio Rolandi, fu immediatamente arrestato e divenne uno dei principali indagati. L'inchiesta e il processo che seguirono furono caratterizzati da pesanti irregolarità e manipolazioni. Nonostante l'assenza di prove concrete contro di lui, Valpreda rimase in carcere per più di tre anni.
La sua vicenda processuale divenne un simbolo degli anni di piombo e di una certa linea giustizialista che caratterizzò quel periodo. La sua innocenza fu poi pienamente riconosciuta solo molti anni dopo, con sentenze definitive che attribuirono la responsabilità della strage a gruppi neofascisti.
La lunga vicenda giudiziaria di Valpreda lo segnò profondamente, ma continuò a professarsi innocente e a denunciare le ingiustizie subite. Scrisse libri e partecipò a dibattiti pubblici sulla strage di Piazza Fontana e sulla sua esperienza personale. Morì nel 1995. La sua storia è un esempio di errore giudiziario e delle tensioni politiche e sociali che hanno caratterizzato l'Italia degli anni '70.
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