I takers (letteralmente "prenditori") sono, in un contesto filosofico ed ecologico, un gruppo ipotetico di persone che adottano un'etica di sfruttamento delle risorse naturali e di dominio sull'ambiente e sugli altri esseri umani. Il concetto è stato popolarizzato dallo scrittore Daniel Quinn nel suo romanzo Ishmael e nei suoi successivi lavori.
Secondo la visione di Quinn, i takers si distinguono dai leavers (letteralmente "lasciatori"). I leavers vivono in armonia con la natura, rispettando i suoi limiti e cercando di integrarsi negli ecosistemi. I takers, al contrario, credono di essere superiori alla natura e giustificano il loro sfruttamento con l'idea che la natura sia al servizio dell'umanità.
Le caratteristiche principali attribuite ai takers includono:
Il mito della storia: La convinzione che la loro cultura sia la sola via corretta e inevitabile per l'umanità. Questo mito porta a una visione lineare e progressiva della storia, dove il takerismo è considerato il culmine dello sviluppo umano. Vedi https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Il%20mito%20della%20storia.
L'idea di controllo: Il tentativo di controllare e manipolare l'ambiente per i propri fini, spesso con conseguenze negative per l'ecosistema e per le future generazioni. Vedi https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Idea%20di%20controllo.
L'agricoltura intensiva: La pratica dell'agricoltura su larga scala che porta all'esaurimento del suolo, alla deforestazione e alla perdita di biodiversità. Vedi https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Agricoltura%20intensiva.
La crescita demografica: La convinzione che la crescita demografica sia un segno di successo e che le risorse naturali siano inesauribili. Vedi https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Crescita%20demografica.
Competizione e gerarchia: L'organizzazione sociale basata sulla competizione e sulla gerarchia, che porta all'oppressione e allo sfruttamento di alcuni individui e gruppi da parte di altri. Vedi https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Competizione%20e%20gerarchia.
La critica al takerismo evidenzia come questo approccio sia insostenibile a lungo termine e porti a problemi ambientali, sociali ed economici. Quinn e altri sostenitori della sua filosofia propongono un ritorno a un modo di vivere più equilibrato e rispettoso della natura, ispirato dalle culture dei leavers.