Enrico De Pedis, detto "Renatino", è stato una figura centrale nella storia della criminalità romana, noto soprattutto per il suo ruolo di spicco nella Banda della Magliana. Nato a Roma nel 1954 e assassinato nel 1990, De Pedis è stato coinvolto in una vasta gamma di attività criminali, tra cui traffico di droga, estorsioni, riciclaggio di denaro e omicidi.
La Banda della Magliana, un'organizzazione criminale romana attiva tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '90, vide in De Pedis uno dei suoi leader più influenti. La sua astuzia e la sua spietatezza gli permisero di scalare rapidamente i ranghi dell'organizzazione, consolidando il suo potere e la sua influenza.
De Pedis è stato implicato in numerosi crimini, tra cui l'omicidio del giornalista Mino Pecorelli, il rapimento di Emanuela Orlandi e il crack del Banco Ambrosiano. Il suo coinvolgimento in questi eventi controversi ha alimentato speculazioni e teorie cospirative per decenni.
La sua morte, avvenuta a Roma nel 1990, è avvolta nel mistero e si sospetta sia stata ordinata da altri membri della Banda della Magliana o da gruppi rivali. La sua sepoltura nella Basilica di Sant'Apollinare a Roma ha suscitato polemiche e interrogativi sulle sue connessioni con il Vaticano.
L'eredità di De Pedis rimane un capitolo oscuro della storia romana, un simbolo del potere corrotto e della violenza che hanno caratterizzato gli anni di piombo della criminalità nella capitale italiana. La sua figura continua a essere oggetto di studi e dibattiti, testimoniando l'impatto duraturo della Banda della Magliana sulla società italiana.
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