Elagabalo, noto anche come Aurelio Antonino, è stato un imperatore romano che regnò dal 218 al 222 d.C. Nato nel 203 d.C. a Emesa (oggi Homs, in Siria), era il nipote di Giulia Mesa, una delle mogli di Settimio Severo.
Elagabalo divenne imperatore all'età di soli 14 anni, dopo la morte di Caracalla. Durante il suo regno, cercò di introdurre importanti riforme politiche e religiose, ma le sue azioni eccentriche e il suo comportamento scandaloso lo resero impopolare tra la nobiltà romana.
Una delle principali riforme che cercò di implementare fu l'introduzione del culto del dio sole Elagabalo (da cui prese il nome), che voleva soppiantare il tradizionale culto romano degli dei olimpici. Ciò causò grande scontento tra la popolazione romana e il senato.
Elagabalo si impegnò anche in matrimoni dissoluti e poco ortodossi, sposando e divorziando più volte. Ciò gli attirò critiche e accuse di immoralità da parte dei senatori romani più conservatori.
Inoltre, Elagabalo cercò di aprire il sacerdozio romano a persone provenienti da diverse province, violando così le tradizioni religiose e causando maggiore ostilità tra la nobiltà romana.
La situazione politica sotto il regno di Elagabalo si fece instabile e si verificarono rivolte e complotti contro di lui. Nel 222 d.C., all'età di 18 anni, fu assassinato dai suoi oppositori, che selezionarono Alessandro Severo come nuovo imperatore.
Nonostante il suo breve regno, Elagabalo è passato alla storia come uno degli imperatori romani più controversi e infami, noto per i suoi comportamenti eccentrici e per aver cercato di introdurre una nuova religione nel culto imperiale romano.
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