Henri Bergson (1859-1941) è stato un filosofo francese influente, noto per il suo lavoro sulla coscienza, la memoria, l'evoluzione e il concetto di durata. Fu insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1927.
Punti chiave del suo pensiero:
Durata: Bergson critica la concezione spazializzata del tempo tipica della scienza e della filosofia tradizionale. Per lui, la durata è l'esperienza soggettiva del tempo come flusso continuo e irripetibile, permeato dalla coscienza. Non è divisibile in istanti discreti come lo spazio.
Intuizione: Bergson valorizza l'intuizione come metodo per accedere alla realtà immediata e alla durata. Si distingue dall'intelletto, che frammenta e concettualizza la realtà.
Memoria: Distingue tra due tipi di memoria: la memoria-abitudine, automatica e legata all'azione, e la memoria pura, che conserva il passato in modo integrale e inalterato.
Élan vital: Propone il concetto di "élan vital" (slancio vitale), una forza creativa che guida l'evoluzione. Questo slancio spinge gli organismi a superare gli ostacoli e a creare nuove forme di vita. Si contrappone ad una visione meccanicistica e deterministica dell'evoluzione.
Critica all'intelletto: Bergson critica l'eccessiva fiducia nell'intelletto come strumento per comprendere la realtà. L'intelletto, secondo lui, è utile per l'azione pratica e per manipolare il mondo materiale, ma è inadatto a cogliere la durata e la vita interiore.
Opere principali:
L'opera di Bergson ha influenzato numerosi campi, tra cui la filosofia, la psicologia, l'arte e la letteratura, ed è stata oggetto di interpretazioni diverse e complesse. La sua enfasi sull'esperienza soggettiva, l'intuizione e il flusso del tempo ha aperto nuove prospettive sulla coscienza e la natura della realtà.