Stefan Zweig è stato uno scrittore, biografo, drammaturgo e giornalista austriaco, nato a Vienna il 28 novembre 1881 e morto suicida a Petrópolis, in Brasile, il 22 febbraio 1942 insieme alla sua seconda moglie, Lotte Altmann.
Zweig fu una figura di spicco della cultura viennese della sua epoca (https://it.wikiwhat.page/kavramlar/cultura%20viennese), e le sue opere riflettono spesso la sua sensibilità per la psicologia e la sua preoccupazione per le conseguenze delle guerre e dell'intolleranza. È noto per le sue novelle psicologiche come "Amok", "Lettera di una sconosciuta" e "Ventiquattro ore nella vita di una donna", per le sue biografie di figure storiche come Maria Antonietta, Fouché e Magellano, e per il suo romanzo autobiografico "Il mondo di ieri".
La sua opera è caratterizzata da una profonda analisi psicologica dei personaggi e da una grande attenzione ai dettagli storici. Zweig era un convinto pacifista (https://it.wikiwhat.page/kavramlar/pacifista) e umanista, e le sue convinzioni si riflettono nei suoi scritti, che spesso esplorano temi come l'esilio, la perdita dell'identità e la distruzione della civiltà europea.
La sua decisione di suicidarsi in Brasile fu motivata dalla disillusione e dalla profonda angoscia per la situazione politica in Europa, con l'ascesa del nazismo (https://it.wikiwhat.page/kavramlar/nazismo) e la seconda guerra mondiale. Zweig vedeva il futuro oscuro e disperato e, sentendosi incapace di affrontare la perdita del mondo che conosceva e amava, scelse di porre fine alla sua vita. La sua morte segnò una grave perdita per la letteratura europea e simboleggiò la tragedia di una generazione travolta dalla violenza e dalla barbarie.
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