Il Gashadokuro (がしゃどくろ) è uno yōkai (spirito o mostro del folklore giapponese) che assume la forma di uno scheletro gigante. Si dice che siano creati dagli spiriti accumulati di persone morte di fame o in battaglia, i cui corpi sono rimasti insepolti.
Origini e Aspetto: Il termine deriva da "gasha gasha," l'onomatopea del rumore di ossa che si scontrano, e "dokuro," che significa scheletro. Sono rappresentati come scheletri enormi, spesso alti quindici volte l'altezza di un uomo normale, e vagano dopo mezzanotte. La loro apparizione è direttamente collegata a https://it.wikiwhat.page/kavramlar/guerre%20e%20carestie%20.
Comportamento e Pericolo: I Gashadokuro sono creature pericolose. Si dice che prendano e mordano la testa di chiunque incontrino. Sono praticamente invincibili per via della loro taglia e struttura ossea, e si dice che possano essere avvertiti solo sentendo un forte ronzio nelle orecchie, prima di essere avvistati. La loro furia è alimentata dalla https://it.wikiwhat.page/kavramlar/rabbia%20e%20sofferenza%20delle%20loro%20anime%20.
Origini nella Cultura Popolare: Anche se non compare in antichi rotoli illustrati tradizionali (emakimono), il Gashadokuro è diventato popolare grazie all'artista Utagawa Kuniyoshi, che ne ha disegnato una rappresentazione nel suo lavoro "Takiyasha the Witch and the Skeleton Spectre" del 1844 circa. Questo ha contribuito a cementare la sua immagine nella https://it.wikiwhat.page/kavramlar/cultura%20popolare%20giapponese%20.
Significato: Il Gashadokuro è un potente simbolo di https://it.wikiwhat.page/kavramlar/morte%20e%20vendetta%20, che ricorda le conseguenze della violenza e della negligenza nei confronti dei defunti. Rappresenta anche il terrore e la vulnerabilità dell'individuo di fronte a forze soverchianti.
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