I dervisci sono figure centrali all'interno del misticismo islamico, in particolare nel Sufismo. Il termine "derviscio" deriva dal persiano "darvish" che significa "mendicante" o "povero". Questa denominazione riflette l'enfasi sull'umiltà, la rinuncia ai beni materiali e la totale devozione a Dio, elementi fondamentali della via sufi.
I dervisci appartengono a vari ordini Sufi (tariqa), ognuno con le proprie pratiche, rituali e linee di successione spirituale (silsila). Un elemento distintivo è la ricerca dell'estasi divina attraverso la preghiera, la meditazione, la musica (spesso il canto) e la danza.
Tra le pratiche più conosciute vi è il sema, la danza rotatoria dei dervisci Mevlevi (detti anche "dervisci rotanti"), che rappresenta un viaggio spirituale verso la verità e l'unione con Dio.
I dervisci possono vivere in comunità (tekke o zawiya) o condurre una vita nomade, diffondendo i loro insegnamenti e la loro spiritualità. La loro influenza si estende ben oltre le pratiche religiose, toccando anche la cultura, l'arte e la letteratura dei paesi in cui sono presenti. Il derviscio ideale è visto come un modello di virtù, pazienza e amore verso tutta la creazione.
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