I cantari sono componimenti poetici in lingua volgare, in genere ottave, di argomento epico-cavalleresco, religioso o novellistico. Si diffusero in Italia tra il XIV e il XV secolo, soprattutto in Toscana e in Veneto, e venivano recitati in pubblico da cantastorie, spesso accompagnati da strumenti musicali.
Le caratteristiche principali dei cantari includono:
- Forma metrica: Utilizzo prevalente dell'ottava rima, una strofa composta da otto versi endecasillabi con schema ABABABCC.
- Argomento: Storie di cavalieri erranti, imprese eroiche, vicende religiose (vite di santi, episodi biblici), o novelle di carattere amoroso e avventuroso.
- Destinazione: Erano destinati alla fruizione popolare, recitati oralmente in piazze, mercati e corti.
- Linguaggio: Utilizzo di un linguaggio semplice e diretto, ricco di espressioni colloquiali e formule fisse per facilitare la memorizzazione e la recitazione. Spesso presentano anacronismi e imprecisioni storiche.
- Funzione: Intrattenimento, ma anche diffusione di valori morali e modelli comportamentali, nonché conservazione della memoria storica.
Alcuni esempi famosi di cantari includono:
- Il Morgante di Luigi Pulci, che riprende e trasforma in chiave parodica e ironica i temi del ciclo carolingio.
- L'Orlando Innamorato di Matteo Maria Boiardo, che segna il passaggio dai cantari alla poesia cavalleresca più raffinata del Rinascimento.
I cantari rappresentano un importante esempio di letteratura popolare e contribuiscono a comprendere la cultura e la società dell'epoca medievale e rinascimentale. La figura del Cantastorie è fondamentale per la diffusione e la conservazione di queste opere. La Letteratura%20Popolare trova nei cantari una delle sue espressioni più significative. Il loro Linguaggio%20Semplice era pensato per essere facilmente compreso dal pubblico.