Yerma è una tragedia in tre atti scritta dal poeta e drammaturgo spagnolo Federico García Lorca nel 1934. Fa parte della sua "trilogia rurale", insieme a Bodas de sangre (Nozze di sangue) e La casa de Bernarda Alba. L'opera esplora temi come la fertilità, la sterilità, la reputazione sociale e la repressione sessuale nella Spagna rurale del primo Novecento.
La protagonista, Yerma, è una giovane donna ossessionata dal desiderio di avere un figlio. Il suo matrimonio con Juan è sterile, non solo fisicamente, ma anche emotivamente. Juan è più interessato al lavoro e alla proprietà che ad avere una famiglia, creando un forte conflitto all'interno del matrimonio.
Yerma è consumata dalla frustrazione e dal dolore per la sua incapacità di concepire, sentendo di non poter adempiere al suo ruolo di donna nella società. La pressione sociale e le voci del villaggio amplificano la sua disperazione.
L'opera culmina in un tragico epilogo quando Yerma, disperata e convinta che Juan sia incapace di darle un figlio (e sospettando che non lo desideri nemmeno), lo uccide, distruggendo così anche la propria possibilità di maternità. La sua frase finale, "Io stessa ho ucciso mio figlio!", sottolinea la profonda perdita e la distruzione che la sua ossessione ha causato.
Yerma è un potente ritratto della condizione femminile in una società patriarcale e delle conseguenze devastanti dell'imposizione di ruoli di genere rigidi.
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