Luciano Liggio, conosciuto anche come Liggio, Leggio, o Lucianeddu (Corleone, 6 gennaio 1925 – Bad Nauheim, 15 novembre 1993), è stato un mafioso italiano, figura di spicco della Cosa Nostra siciliana e capo indiscusso della famiglia di Corleone.
Liggio fu uno dei protagonisti della cosiddetta "seconda guerra di mafia" che, a partire dalla fine degli anni '70, insanguinò la Sicilia, portando alla sua definitiva affermazione come leader incontrastato di Cosa Nostra. La sua strategia spietata e l'eliminazione fisica dei suoi rivali gli permisero di accumulare un enorme potere e di controllare affari illeciti di vasta portata, dal traffico di droga al controllo degli appalti pubblici.
Sebbene Liggio trascorse gran parte della sua vita in carcere, riuscì a mantenere il controllo della sua organizzazione criminale attraverso una rete di fedelissimi. Fu condannato all'ergastolo per numerosi omicidi e per associazione mafiosa. Morì in un ospedale in Germania nel 1993. La sua figura resta una delle più controverse e spietate della storia della mafia siciliana.
Alcune delle sue principali caratteristiche includono:
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