Cos'è kiyohime?

Kiyohime: La Serpente Demoniaca dell'Ossessione

Kiyohime è una figura del folklore giapponese, una donna trasformatasi in un'enorme serpente-drago posseduta da una rabbia e un dolore incommensurabili. La sua storia è una tragica parabola sulla pericolosità dell'amore non corrisposto e della promessa infranta.

La leggenda di Kiyohime si svolge nella provincia di Mutsu (oggi parte della prefettura di Fukushima) e ruota attorno a un giovane monaco itinerante di nome Anchin. Anchin era rinomato per la sua bellezza e il suo carisma, e durante un suo viaggio si ritrovò a passare la notte a casa di una ricca famiglia locale. Kiyohime, la figlia della famiglia, si innamorò perdutamente di Anchin.

Anchin, consapevole del suo status di monaco e della potenziale distrazione che una relazione avrebbe creato per il suo percorso spirituale, promise a Kiyohime che al suo ritorno, l'avrebbe visitata e avrebbero potuto esplorare una relazione. Tuttavia, Anchin mentì. Durante il suo viaggio di ritorno, non si fermò a trovarla.

Quando Kiyohime seppe del tradimento di Anchin, fu consumata dalla rabbia. La sua passione si trasformò in odio e ossessione. Decise di inseguire Anchin, determinata a confrontarsi con lui.

Mentre lo inseguiva, la sua rabbia cresceva a tal punto da mutare fisicamente. Si trasformò in un'enorme serpente (in alcune versioni un drago o una combinazione dei due). Con la sua nuova forma e forza, continuò la sua caccia a Anchin.

Anchin, terrorizzato, cercò rifugio nel tempio di Dōjō-ji. Si nascose sotto la grande campana di bronzo del tempio, sperando di trovare salvezza. Tuttavia, Kiyohime lo raggiunse. Avvolse la campana con il suo corpo serpentino, e con il fuoco che eruttava dalla sua bocca (un'altra manifestazione della sua rabbia divorante), fuse la campana, bruciando vivo Anchin.

La storia di Kiyohime è spesso interpretata come un avvertimento contro i pericoli della passione sfrenata e della rottura di una promessa. Simboleggia la distruttività che può derivare dall'ossessione e dalla incapacità di accettare il rifiuto. E' una figura tragica, vittima della sua stessa intensità emotiva.