I Guelfi Bianchi (in italiano Guelfi Bianchi) furono una fazione politica fiorentina emersa alla fine del XIII secolo. Erano una branca del partito guelfo, che sosteneva il papato e si opponeva all'Impero. La divisione tra Guelfi Bianchi e Neri nacque da rivalità familiari e da diverse visioni politiche.
I Guelfi Bianchi, guidati da famiglie come i Cerchi, tendevano a provenire da una borghesia mercantile arricchita recentemente e favorivano una maggiore autonomia comunale rispetto all'ingerenza papale. Erano più favorevoli a mantenere l'equilibrio di potere e a limitare l'influenza del papa negli affari fiorentini. Dante Alighieri fu un esponente di spicco dei Guelfi Bianchi.
Le differenze tra Bianchi e Neri si acuirono rapidamente, portando a violenze e instabilità politica a Firenze. I Neri, supportati dalla famiglia Donati e da Papa Bonifacio VIII, cercavano un maggiore controllo papale sulla città.
Nel 1302, con l'aiuto di Carlo di Valois, inviato da Papa Bonifacio VIII, i Neri presero il controllo di Firenze. Molti Guelfi Bianchi, incluso Dante Alighieri, furono esiliati e le loro proprietà confiscate. L'esilio di Dante ebbe un profondo impatto sulla sua vita e sulla sua opera letteraria.
La divisione tra Guelfi Bianchi e Neri segnò un periodo turbolento nella storia di Firenze, con conseguenze significative per la politica e la cultura della città.
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